Atterraggio a Sion
Pasqua 2007, il w.e. si preannuncia molto frizzante, alianti in linea e giornata limpida.
A Calcinate i “boss” del volo che ben conoscete si sono presi la briga di portare i novellini nei voli di performance nelle nostre zone di volo, io cerco di sfruttare questa opportunità e mi presento puntuale.
La meteo è favorevole verso il vallese e quindi cominciamo la nostra scalata verso il Sempione, il volo è piacevole e con i consigli dei pilotoni, ci avviciniamo da Masera al il mitico vallese.
Per chi non è della zona la valle che si protende dal lago di Ginevra e si allunga fino al passo del Furca è appunto il vallese, in aliante la mia esperienza è limitata ma nel periodo che va dal 1994 al 2000 ho volato saltuariamente nel periodo estivo con il parapendio.
Contornata di montagne di rilevante altitudine ti fanno sentire a disagio anche quando il plafond è oltre i 3000 mt. di quota. Il volo con i miei compagni si orienta verso Sion – Crans Montana e dopo un sondaggio dei cumuli della stazione della funivia di Fiesch.
Alberto propone un rientro dalla valle di Aosta, io non mi sono mai allungato oltre Goppesteing con il mio parapendio, ma la voglia di star dietro ai boss mi sprona a salire nuove termiche e nuove valli.
Ovviamente sbaglio valle e ripiego con la coda tra le gambe verso l’aeroporto di Sion, dove un gran traffico di linea mi toglie la voglia di chiamare e mettere giù il mio aliante.
Spero ancora di recuperare una situazione che mi vede in una discesa inesorabile in uno degli aeroporti di cui sono a conoscenza grazie alla mia scorsa esperienza di parapendista.
La voglia di non fare la figura del pivello è forte, ma come ben sapete il terreno si avvicina inesorabilmente quando la termica scarseggia… la gravità non da scampo.
La zona del vallese cha va da Sion a Briga è rinomata per la fantastica produzione di vino e quindi la chance di prati papabili si riduce ad uno solo che obbiettivamente mi sembra molto valido, ovviamente i due aeroporti sono ormai fuori da una atterrabilità in sicurezza.
Atterro in perfetto assetto nella valle e posiziono il mio standard proprio al centro di un campo di calcetto, passato il solito momento di delusione del “buco” bisogna organizzare il recupero.
Mi accorgo di un’insolita tranquillità che aleggia nella zona e mi avvio verso la strada che mi sembra condurmi verso la via principale, tutta la zona è recintata e sono costretto a passare davanti ad una dependance con vetri oscurati.
In quel momento il pensiero di essere atterrato in una zona insolita prende corpo quando un’omone in divisa mi apostrofa parlandomi in francese: “savez-vous où vous avez – atterri? sai dove sei atterrato?”
Io già un po’ deluso dal fuoricampo e preoccupato dalla logistica del recupero non perdo tempo dicendogli che non so dove sono atterrato, ma era l’unico campo valido in venti km. E andava bene quello lì!
“Sete an a prison”, mi dice “è una prigione” da qui non riesci più ad andare via!
Si capisce subito che mi sta prendendo in giro, ma caspita proprio in un carcere dovevo mettere giù il mio aliantino.
Ho veramente collezionato un sacco di fuori campo tra para e deltaplano ma in un penitenziario svizzero non ero mai piombato.
La fortuna poi mi porterà a dormire a casa di un aliantista della zona che tra l’altro mi metterà a disposizione un carrello per poter rimontare il mio mezzo nell’ aeroporto di Sion e ri-decollare al mattino seguente valicando il passo del Sempione e rientrando a casa pronto per una Pasqua in famiglia!