Jasper
Tutto sommato la nottata passa serena sotto una delicata pioggia.
Alla mattina l’umido non consente di asciugare ulteriromente le tende e le cose che erano rimaste in giro…
Ci alziamo abbastanza presto per lo standard che ci siamo presi… solo che i km che ci separano dall’alaska sono veramente molti e colmi di incognite per noi.
Guidiamo per un centinaio di km e poi colazione, spesa e gasolio in una piccola cittadina di Hinton.
Partiamo e maciniamo km, la strada è la 1 north.
Si tiene il piede a 100 costanti, traffico inesistente… pinete, caribu’, qualche cojote e nient piu’.
Lungo un fiume, ci fermiamo per il pranzo, sono gia’ le due e abbiamo fatto circa 350 km…
Si riparte, cambia nuovamente il fuso, controllo le effemeridi: tramontera’ alle 22.23!
Possiamo guidare a oltranza alla ricerca di un buon campeggio per passare la notte.
Guidiamo lungo la vecchia alaska hiway, in se non ci sposta piu’ di tanto… ma non si puo’ dire di non essere emozionati ad aver portato la Fenice fni qua su’. Siamo partiti circa dieci anni fa da Ushuaia… che solo a pensarlo sarebbe stato una follia, arrivare qua…
Incontriamo il pin del punto zero miglia della A1… arriva fino a su, dove il mare artico tocca la terra. Dove la base artica di Deathorse riceve e fagocita ogni giorno decine di camion e restituisce tonnellate di greggio che scivolano in un grosso oleodotto fino a Fairbanks.
Oggi abbiamo guidato girca 550 km e troviamo un campeggio fuori dalla citta di Charly lake, ha la doccia calda che ci manca da una decina di giorni… ma le sorprese non finiscono qua!
Prepariamo una griglia e un bel ragazzo, a detta delle signore, ci presta anche il suo BBQ a gas. Tra un bicchiere e l’altro parliamo un po’ di tutto.
La cosa pazzesca è che segue un mio amico, su insta, che poi è la persona che ci terra le auto in deposito a Terrance. ma che roba incredibile…
In meno di venti minuti arriva un tunderstorm che spazza il campo con fulmini e saette e ci trova rifugiati nella lavanderia a bere un buon caffe’ italiano.
Sono ormai molti giorni che nelle terre a nord est gli incendi rendono il cielo opaco e lattiginoso… Dopo gli incendi, i fiori viola sono la nuova vita che sboccia dalla terra. Nel corso del viaggio ne vdremo distese enormi, gran impatto cromatico.
Siamo in un camp site utilizzato da lavoratori e tutto cio’ contribuisce ad entrare in piccola parte nella vita delle persone che vivono per davvero questa terra immensa.
La nottata va via sotto la pioggia e le folate di vento. Nulla che la Fenice non abbia gia’ conosciuto in questi anni.
Buona notte.