La Mongolia: Ulan Batar
Ora siamo arrivati!
Abbiamo guidato in luoghi incredibili e selvaggi, conosciuto posti e gente così
diversa dai nostri standard che difficilmente potremo dimenticarli.
La capitale è eccezzionalmente caotica… un vero casino di mezzi che si spostano senza nessuna logica e rigore.
Esistono i semafori ma la situazione è totalmente ingestibile: i vigili si preparano con fischietti e indicatori luminosi e danno una loro interpretazione al flusso del traffico.
Si arriva ad invertire il senso di marcia infilandosi nei cancelli dei condomini!
Il nostro hotel è praticamente in centro e ci permette di avere un po’ tutto sottomano. La temperatura, per le nostre abitudini, comincia ad essere significativa: non scendiamo sotto i -20 e dicono che comincera’ a scendere per davvero.
Dobbiamo risolvere i problemi di posizionamento dei mezzi: al livello di meteo dovete pensare che
qui appena arriverà l’inverno le temperature resteranno mediamente sotto i dieci gradi, con diversi
giorni a -40… Da come ci eravamo accordati Gerlee dovrebbe avere un posto al coperto dove generalmente mette i mezzi dell’agenzia di viaggio.
Altra cosa non da poco è capire e mettere a posto tutti i documenti e le pratiche doganali, in entrata non ci è stato chiarito per quanto tempo possiamo lasciare i fuoristrada in territorio mongolo.
Aiutati dal nostro interprete guida, senza sarebbe del tutto impossibile muoversi neigli uffici preposti, cominciamo una serie di spostamenti funambolici che ci portano, a fine mattiina, a colloquio con delle segretaria della dogana.
Purtroppo su errata indicazione di qualcuno, manco capito chi…, ci fanno aprire un modulo per registrare i mezzi in mongolia.
Risultato: dopo un giorno di lavori ci presentano un foglio dove dovremmo porre una cauzione di
11000 euro. Rimbalzati e recuperati i documenti cerchiamo le soluzioni alternative.
Per estendere il permesso di permanenza dobbiamo tradurre i libretti in mongolo, andare da un
notaio per dare mandato a una nostra persona di fiducia che potrà operare con i nostri documenti in
nostra assenza.
Procedure che in Italia avrebbero necessitato giorni, qua la risolviamo in una giornata e di sabato! La cosa pazzesco che il notoaio, mi ha chiesti l’equivalente di 3,5 euro per una pratica che gli avrà portato via almeno un’ora e mezza… boh.
E’ sabato, riusciamo a fare tutto ma dobbiamo rinunciare al rientro del giorno stesso per l’Italia. Il prossimo volo ci sarà lunedi’.
Ringrazio Alfredo, ex console onorario, che ci ha dato disponibilità di persone di fiducia e ci ha trovato il
garage dove lasciare i mezzi. Geerle, uomo di Ulan che si preso in carico i nostri fuoristrada.
Luciano, viaggiatore africano che si è trasferito in Mongolia e conosce praticamente tutto. Enza, conosciuta sul
web aveva fatto qualcosa di simile anni fa e mi ha dato indicazioni sulle procedure.
Il nostro interprete e guida che speriamo di utilizzare nel futuro viaggio nel deserto del Gobi.
Siamo in un hotel del centro, il NINE, ogni volta che bisogna uscire bisogna guardare il termometro!
Non sono freddoloso ma vi assicuro che stare in citta con temperature vicine ai – 20 è abbastanza
fastidioso.
Questa sera festeggiamo in un ristorante consigliato da Luciano: qua passiamo da cene di 3$ a testa
allo standar europeo di 50 ma avevo proprio voglia di un buon vino rosso.
Abbiamo tanto da raccontarci, il nostro team ha affrontato diversi aspetti logistici, burocratici e
metereologici. Sono anni che viaggio con la Fenice e ancora bisogna imparare tanto! Non è sicuramente un
viaggio per tutti, intendo la parte siberiana e soprattutto da questo periodo dell’anno fino probabilmente ad aprile. Durante i trasferimenti nelle parti isolate in siberia, ho provato le stesse sensazioni di rischio che provai quando si andava per deserti negli anni ottanta.
Non parlo degli aspetti politici ma di possibili rotture in posti remoti e con
temperature improbabili dove se non si è preparati si passano di sicuro dei brutti momenti.
E’ stata un bella avventura, per molte persone folle e impossibile.
Da mio punto di vista e a fronte della mia esperienza di viaggi, penso che bisogna
saper valutare con calma ed attenzione gli eventi che ogni giorno ti trovi davanti.
L’improvvisazione è indispensabile ma bisogna aver bene in mente procedure e aver organizzato
mentalmente tutti i piani possibili ed essere molto resilienti agli eventi. In questo modo sopravvivi,
diversamente entri in un loop disastroso e irreversibile che porta sicuramente a situazioni pericolose.
Come sempre l’aspetto rischio incidente automobilistico è il punto da non sottovalutare e che deve essere messo come primo aspetto per la buona riuscita di un viaggio, meglio un ritardo importante che un disastro irreparabile.