La prima grande paura!
La nottata la passiamo senza troppo casino. La strada verso Chita sembra essere bloccata da qualche
incidente ma speriamo che si liberi presto. Questa locanda è frequentata da soli camionisti e qualche
trasportatore di auto senza targa.
È ancora notte fonda quando alle sei e trenta cerco di avviare la Fenice. Non parte nemmeno con la
doppia batteria, la temperatura è di circa -20 gradi forse qualcosa in meno a sensazione…
A suo favore cè da dire che ho dentro l’olio estivo veramente troppo “duro”… il 15w40 non è esattamente un olio da -20 gradi.
Quella di Enrico ha l’avviamento a 24 volt e gira tendenzialmente piu’ veloce.
Proviamo ad avviarla e dopo una manciata di secondi riesce a partire. Decidiamo quindi di trainare il
land e far scaldare i cilindri… parte in 50 metri. Ora che sono tutte e due on andiamo a fare una
modesta colazione e successivamente ci avviamo verso ovest.
Buio e ghiaccio ovunque, traffico ancora limitato ai camion.
Scaldare gli oli in queste condizioni richiede del tempo: di solito stacco la trazione e metto il cambio in quinta facndolo girare a vuoto… Su una lunga salita in piena coppia, perdo di
colpo la trazione! Non mi muovo piu’.
La situazione che sto analizzando mentalmente è su cosa potrebbe essere successo… Provo a bloccare il
differenziale centrale ma nulla, rumori non ne avverto. Chiamo per radio Enrico che è avanti e gli
dico di tornare.
Cerco di ripassare mentalmente il manuale ma non trovo nulla di spiegabile se non quello che si sia
rotto l’albero del primario: sarebbe una tragedia!
Riprovo a bloccare il differenziale e mi torna la motricità… è molto probabile che la durezza dell’olio del riduttore non facilitava il blocco del differenziale centrale.
Però ancora non riesco a capire cosa potrebbe essere successo e dov’è il problema.
Conosco a memoria tutto il manuale e le catene cinematiche della Fenice ma al momento solo supposizioni.
Fuori fa veramente freddo e sarebbe assurdo mettersi a lavorare o cercare il guasto. Decidiamo di
guidare cosi’ e portarsi avanti con la giornata.
Purtroppo con la condizione delle strade ed il traffico, guidare con la sola trazione posteriore o
anteriore, non lo abbiamo ancora capito, è bello rischioso in caso di frenate.
Verso le undici troviamo uno spiazzo dove spende il sole e le piante sono ricoperte di un ghiaccio
brillante.
Faccio il giro delle flange delle ruote e scopro che la posteriore destra mi ha sparato fuori il
semiasse! Conosco molto bene la meccanica della Fenice, ma questa possibilità l’avevo rimossa in
quanto ho cambiato tutti i pezzi non più tardi di un 15000 km fa.
Gran sollievo ma adesso dobbiamo cambiare il pezzo qua al fresco che sembra di stare in un freezer. E’
un’operazione relativamente rapida e in tre quarti d’ora riprendiamo la strada innevata e ghiacciata
e siamo a circa 650 km da Chita.
Troviamo una piccola capanna sperduta dove possiamo mangiare il solito borsch e bere una cola… qua veramente siamo in 4 gatti.
Guidiamo fina alla città crocivia principale della Siberia e alla fine siamo stati seduti 12 ore per percorrere 750 km. Vi posso
garantire che è stato molto impegnativo dal punto di vista dell’attenzione: più di un camion lo
abbiamo visto saltare il gard rail e finire sotto tra betulle e neve, macchine altrettanto. Insomma non
ci si può distrarre un secondo.
La ricerca dell’hotel è un pochino impegantivo ma alla fine troviamo una quadra e riusciamo ad
avere due camere.
Ogni volta che siamo arrivati nelle città più o meno grandi trovare da dormire è sempre stato più complicato del previsto.
La città è molto grande e illuminata, La piazza con la statua di Lenin svetta enorme di fronte al
palazzo. Troviamo un ristorante italiano e ci lasciamo catturare… non sarà spaziale ma va bene.
Domani ci attendono ancora molti km da guidare verso sud e andiamo a riposarci.
Chita