Il nostro hotel è in un posto piu’ che sicuro. Le camere, rumorose, danno sulla strada principale, sono al terzo piano. Questo le mette al riparo da eventuali attentati. Non hai finestre… o meglio ci sono ma hanno un balconcino e sono laterali alla stanza stessa.
E’ evidente che si sta parlando di una città martoriata da trent’anni di guerra civile, che cerca di vivere e sopravvivere a questa tragedia. In un certo modo ha una sua normalità… se sai come comportarti e qui entrano in gioco gli advisor, vivi la situazione in modo sereno.
Saltiamo in macchina, dopo una bella colazione, con la nostra scorta e guida.
La strada che si percorre ormai è quella, non è che cè da fare troppi studi. Fortunatamente le cose interessanti sono qui, non credo che ci si possa allungare molto oltre. siamo accompagnati in una scuola coranica. i bambini e bambine sono seduti in una stanza che odora di muffa in modo pazzesco.
Si suda anche solo a scattare foto… Scrivono su delle tavole di legno con un inchiostro simile all’elne’, usano dei piccoli bastoncini. Molto interessante e molto vero. Sono anni che viaggio e anche in posti poco frequentati, ma qui capisci proprio che cè gente che non ha mai visto uno con il colore della pelle diverso dal suo!
Direzione: mercato del pesce. Avevamo letto molto a riguardo. Devo dire che l’impatto è veramente forte! L’odore di ammoniaca dovuto alla decomposizione di urine e sangue ti mette a dura prova.
Siamo talmente rapiti dalle grida e urla che sei quasi in una frenesia collettiva! Puoi trovare qualsiasi pesce qua! Tonno, spada mante, tartarughe enormi… dorado, cernie, squali, molti squali.
I coltelli si sprecano, sono tutti eccezionalmente coriacei ma nessuno ci importuna o infastidisce. Si interagisce in maniera schietta, diretta.
Si vogliono fare fotografare, non chiedono nulla… anche se sappiamo che la nostra guida qualcosa gli riconoscera’. Anche quando pensi di essere isolato ti accorgi che la tua guardia non ti molla un secondo…
La maggior parte dei pesci grossi viene lavorato a terra tra sangue e avanzi, finisce tutto in una cloaca dove il sangue lentamente sparisce per ricomparire nella caletta ricavata scavando coralli al dila’ della strada.
Un veloce tagliatore e sezionatore mi fa vedere con orgoglio che si è tagliato via una falange di un mignolo… gli faccio notare che io ho un pollice riattaccato con la colla! E di non menarla troppo! Ci facciamo quattro risate ed usciamo per vedere il mare al dila’ della strada.
Ne imparo una nuova: le interiora degli squali e sangue viene posto in taniche tagliate e lasciato ad evaporare al sole, tralascio l’apetto vomitevole della cosa ma sappiate che serve per calafatare o verniciare le carene delle barche!
Mentre lasciamo il mercato mi scappa l’occhio su un piccolo delfino… nel mercato. Non pubblico queste foto, potrebbero , e a ragione , turbare la sensibilita’ di molti. Pero’ credetemi, in quella realta’ non mi sono neppure stupito.
Sulla strada andiamo a visitare la scuola dove giovani alunni studiano italiano. Siamo ricevuti da tutto la dirigenza e parlando italiano si affrontano molti aspetti della nostra presenza passata in Somalia. Sono tutti molto grati di quello che si è fatto quaggiu’, ma molto rammaricati per la dipartita subito dopo lo scoppio della guerra civile! Fotografiamo le aule, le lavagne… i ragazzini che non sanno come comportarsi! Si sta vivendo una vera esperienza di vita e conoscenza.
Caldo ed emozioni a non finire, la giornata è cominciata bene! E’ da quando siamo a Mogadiscio che ogni tanto, si sentono colpi di automatica… non ho visto un fucile a colpo singolo… ci spiegano che qui quando uno a fretta spara in aria. Problem solved!
La Somalia, a piu’ di 3000 km di costa, tutta prevalentemente con barriera corallina poche centinaia di metri dalla riva. La spiaggia di Mogadiscio è famosissima per i local, il venerdi, giorno di festa, è quasi impossibile riuscire ad arrivare al mare, se ci arrivi, difficile bagnarsi dalla quantita’ di persone che la frequenta.
Moltissimi non sanno nuotare, molti sono i baracchini che noleggiano salvagenti.
Troviamo un bel ristorantino dove dell’aragosta e gamberetti fritti ci deliziano con uno dei pranzi migliori della settimana. In totale relax stiamo in spiaggia, facciamo un giretto in barca zigzagando tra la folla di bagnati ignari del nostro funambolico driver!
Uscendo dal locale ci accorgiamo che probabilmente cè un politico che ha pranzato con noi: viaggiano con quattro, cinque pick up colmi uomini armati fino ai denti, ma roba pesante, calibri da postazioni fisse. La cintura di proiettili fa piu’ volte il giro della vita e del corpo, è gia inserito nell’arma e devi solo premere il grilletto.
Ora è arrivato il momento dell’Università in lingua italiana! Il rettore ci presenta e glia alunni sono stupiti di vederci e vogliono i nostri account social. c’è una netta volonta’ di riprendere quella che loro stessi dichiarano essere la loro lingua madre insieme al somalo.
Sulla costa le rovine del mitico faro della capitale danno ottimi spunti fotografici, sempre sotto un attento controllo..
Passiamo nella via Wadada Afgooye, inconfondible. Qui si trascinarono gli ultimi del reparto speciale dei sopravvissuti della missione che doveva portare al sequestro di luogotenenti di Aidid, ma si tramuto’ in un massacro epocale per gli americani, 17 vittime . Se non lo avete mai visto, andatevi a vedere Black hawk down, il film. Non resta piu’ nulla di quel quartiere, ma quello che vedo io qua in giro, che non è stato ricostruito, mi ricorda tanto il set del film!
Rientriamo brasati dal caldo e dalle emozioni, facciamo il tampone molecolare, rientriamo in hotel e relax!
Prima di cena ci vengono a trovare il ministro del turismo e il direttore di radio Mogadiscio. Pianifichiamo le visite per l’indomani prima di partire per l’aeroporto. Ceniamo con il “solito” ex ministro della cultura, passiamo un’altra serata in pieno relax. Mancano ancora poche ore a saltare sull’aereo per Addis, tutto può succedere… ma noi ci stiamo trovando bene in questa Somalia.
Shamo hotel, guardando le luci di Mogadiscio