Ponti e vortici.
Come previsto, tra macchine e treni la notte non è stata delle migliori.
purtroppo trovare parcheggio e bagni insieme. Non sempre sono piazzati entrambi in posti tranquilli. Negli stats mettevano gli rv parck sotto i cavalcavia… qua di fianco alla strada… insomma pare che il casino non sua un problema loro!
Andiamo in montagna, pari alle nostre prealpi, e ci infiliamo in stradine improponibili… il paesaggio rurale ora ci restituisce un aspetto reale e rurale.
Ad un distributore vediamo la prima stufa a gas, sino a questo momento non simo riusciti a vedere sistemi di riscaldamento nelle vecchie strutture. Qua nevica di sicuro, i paletti bordo strada sono segni inequivocabili.
in zona c’è un ponte tibetano che sembrava essere imperdibile: vabbe diciamo che l’abbiamo smarcato!
lasciando la folta vegetazione scendiamo sino all’oceano con una eccezionale clima. A takamatzu, cittadina sul mare, la specialità sono gli udon. Siamo un po in ritardo e ci dobbiamo accontentare di un piatto che mi piace molto: il ramen.
il locale è veramente nostrano e carino.
i pochi km che ci dividono dalla punta estrema dell’isola, passano in un attimo. Cerchiamo in qualche modo di vedere qualche vortice dalla postazione del pilone di partenza. Il tutto è chiaramente legato alla marea.
troviamo un parcheggio dove possiamo cucinare delle ottime bistecche di roastbeaf e funghi giapponesi saltati.
Siamo in riva al mare e con il van rivolto a est, pronti per l’alba.